mercoledì 1 luglio 2015

Cearpes, centro di eccellenza bollato come lager: tutti assolti

Cearpes, centro di eccellenza bollato 

come lager: tutti assolti


Ci sono voluti nove anni per arrivare alla verità. Anni difficili per 32 lavoratori travolti da accuse assurde, cancellati infine da una sentenza che suona così: assolti con formula piena. Maltrattamenti, botte, violenze, sequestri di persona: nulla di tutto questo si è mai verificato nella cooperativa Cearpes, oggi gestita dalla coop Lilium, che da anni si occupa di adolescenti con problemi psichiatrici a San Giovanni Teatino.
immagine
Aveva destato clamore la vicenda di questa struttura, che nel 2005 aveva fatto gridare frettolosamente allo scandalo i soliti benpensanti, fomentati dall'incessante opera denigratoria dei media. Ma Cearpes non era affatto un lager, dunque, al contrario, come hanno dimostrato non solo i tanti anni di lavoro 'sul campo', ma anche le decine di testimonianze e di atti emersi durante il processo, si tratta un centro di assistenza dove quei ragazzi, provenienti da tutta Italia, venivano accolti e assistiti nel migliore dei modi.
'Il fatto non sussiste', e quei 32 operatori, in poche parole, stavano semplicemente svolgendo il loro lavoro. Così, in sintesi, ha sentenziato con formula piena il giudice Patrizia Medica, dando ragione ai 32 imputati assistiti da un drappello di avvocati. Dopo una lunga attesa, ha avuto quindi ragione la linea difensiva, che può essere sintetizzata dalla memoria dell'Avv. Dante Angiolelli:
L'impostazione accusatoria, portata a conoscenza della pubblica opinione fin dall'inizio delle indagini, attraverso notizie filtrate agli organi di stampa ed amplificata in maniera devastante dall'attività propalatrice dei mass media, ha condotto alla mistificante e falsa rappresentazione della Comunità Cearpes, come una sorta di comunità degli orrori ovvero come un lager e luogo di torture, violenze e maltrattamenti per sventurati minori. Tutto ciò è risultato nettamente e clamorosamente smentito e contraddetto dalle univoche risultanze probatorie e processuali, le quali hanno dimostrato che invece l'attività della Società Cooperativa Cearpes è stata svolta in maniera altamente professionale e del tutto inappuntabile, a tutela e nell'interesse dei minori da essa ospitati, con scrupolo, sacrificio e dedizione continuativi ed indefessi sia da parte dei vertici e dirigenti di detta Cooperativa, che da parte dei collaboratori e dipendenti ( assistenti, educatori, operatori ecc.), con risultati terapeutici di significativa rilevanza positiva per i minori stessi, affetti da gravi patologie psichiatriche, tramite l'ausilio costante di specialisti e professionisti di primissimo ordine. Contrariamente a quanto si assume nelle ipotesi accusatorie, da parte sia dei vertici e dirigenti della Società Cooperativa Cearpes come pure da parte dei collaboratori, educatori ed operatori di essa, sono stati assicurati il migliore e più appropriato trattamento, cura e terapia dei minori alla medesima affidati, tanto da meritare alla medesima Cooperativa Cearpes l'accredito di un centro di eccellenza a livello nazionale in tali peculiari attività.
In sede di dibattimento in aula, significativa è stata la testimonianza del noto criminologo Francesco Bruno, nominato consulente della difesa. Il prof. Bruno ha ribadito con quanta attenzione, cura e dedizione si operasse all'interno della struttura: "Sono pervenuto alle conclusioni che la Cearpes disponesse di una serie di regolamenti, norme molto precise rispettate in maniera addirittura ossessiva." Analoghe attestazioni di stima e apprezzamento nei riguardi dell'opera svolta dalla Cearpes sono arrivate da parte di tanti medici specialisti in psichiatria, professionisti di chiara fama come il prof.Massimo Di Giannantonio e molti altri.

L’elenco degli assolti è lungo, ma la nostra testata ritiene doveroso pubblicarlo, in quanto è giusto che
, dopo la gogna mediatica alla quale sono stati sottoposti per anni, tutte queste persone abbiano, com'è loro diritto, la soddisfazione di veder riconosciuta pubblicamente la loro dignità, umana e professionale: 
Dominique Quattrocchi, 52 anni, nato a Anncey (Francia) e residente a San Giovanni Teatino; Fulvio Iosi, 48, nato a Foggia e residente a San Giovanni Teatino; Fioralba Ferrante, 38, nata a Chieti e residente a Torrevecchia Teatina; Franco Tambone, 39 anni, di Pescara; Francesco Vergato, 40, nato a Salerno e residente a Collecorvino (Pescara); Francesca Ficorilli, 32, di Sulmona (L’Aquila); Marco Pierdomenico, 42, nato a Chieti e residente a Casalincontrada; Antonio Potere, 35, nato a Pescara e residente a Manoppello (Pescara); Vittorio Lupinetti, 43 anni, nato a Chieti e residente a Città Sant’Angelo (Pescara); Ernesto Caranci, 37, nato a Venafro (Isernia) e residente a Pescara; Nadir Scilinguo, 34, nato a Lungro (Cosenza) e residente a Pescara; Giuseppina Armideo, 56, di Fara San Martino; Filomena Pantalone, 33, nata a Chieti e residente a Ripa Teatina; Maria Gabriella Cianci, 52, di Pescara; Stefania Nunziata, 34, nata a Napoli e residente a Palma Campania (Napoli); Annarita D’Alberto, 53, di Pescara; Dario Rosato, 34, di Guardiagrele; Roberto Rascato, 36, nato a Sorrento (Napoli) e residente a Lanciano; Giovanni Castriotta, 45, nato a Manfredonia (Foggia) e residente a Chieti; Cristina Masci, 29, di Pescara; Ileana Faieta, 39, nata a Pescara e residente ad Alanno (Pescara); Shyqyri Ceka, 48, nato a Tirana (Albania) e residente a Montesilvano (Pescara); Luigi Russo, 32, nato a Terlizzi (Bari) e residente a Ruvo di Puglia (Bari); Massimiliano D’Onofrio, 35, nato a Ortona e residente a Francavilla al Mare; Valeria Argentieri, 39, nata a Popoli
(Pescara) e residente a Torre de’ Passeri (Pescara); Annarita Coletti, 45, di Bussi sul Tirino (Pescara); Francesco Savino Lasala, 38, di Barletta; Umberto Di Rocco, 48, di Pescara; Marco Vignetti, 39, di Pescara; Vincenzo Panzella, 45, nato a Yverdon (Svizzera) e residente a Casoli; Francesco Covella, 38, nato a Chieti e residente a Torrevecchia Teatina e Andrea Lepore, 44 anni, di Chieti.

Nessun commento:

Posta un commento