venerdì 14 luglio 2017

Philippe Pinel

Philippe Pinel

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Philippe Pinel
Philippe Pinel (Jonquières20 aprile 1745 – Parigi25 ottobre 1826) è stato uno psichiatra francese. Secondo altre fonti sarebbe nato a Saint-André d'Alayrac(Linguadoca)[1] o a Saint-Paul (Tarn)[2].
È considerato un innovatore della psichiatria per la nuova concezione che egli introdusse nei riguardi del malato mentale separandolo da altre figure di emarginati sociali con i quali veniva comunemente associato.[3]
Grazie alla sua preparazione multidisciplinare introdusse per primo l'analisi fisiologica della malattia mentale facendola emergere dal clima di mistero e superstizione che sino ad allora l'avvolgeva.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si interessò agli studi di teologia e si laureò all'università di Tolosa in lettere (1772) e medicina (1773).
Approfondì la sua preparazione culturale nell'università di Montpellier dove per cinque anni raffinò, assieme al medico professore Paul Joseph Barthez, le sue cognizioni mediche, naturalistiche, matematiche e migliorò la conoscenza della lingua inglese.

Pinel fa togliere le catene ai malati mentali a Bicêtre nel 1793.
Trasferitosi a Parigi nel 1778 insegnò igiene e medicina legale e lavorò alla traduzione di opere filosofiche e mediche in specie quelle del medico dalmata Giorgio Baglivi. Scrisse inoltre articoli di divulgazione scientifica e di economia politica.
Dal 1787 cominciò ad interessarsi all'analisi medica delle malattie mentali e nel 1788 pubblicò Nosographie philosophique, ou la méthode de l'analyse appliquée à la médecine (Nosografia filosofica, o il metodo dell'analisi applicato alla medicina), opera dove teorizzava la necessità per il medico di scoprire i legami tra le malattie e le mutazioni anatomiche sostenendo che compito dell'indagine medica è ricercare le connessioni tra malattie e alterazioni anatomiche.
Per un concorso bandito dalla Société royale de médecine (Istituto reale di medicina) compose un saggio sulla cura delle alienazioni in età adulta che gli procurò il 25 agosto 1793 l'impiego nell'asilo di Bicêtre dove liberò i malati mentali dalle catene che li imprigionavano assicurando loro migliori condizioni igieniche e sanitarie. Gli alienati venivano riconosciuti come malati da curare con l'internamento che venne stabilito per legge da un certificato medico. Nasceva però il rischio che la segregazione fosse decisa dal potere e che i malati mentali, pur liberi dalle catene e assistiti da un medico che seguisse la malattia, finissero reclusi in un isolamento senza fine.[4]

Pinel libera i malati mentali nell'ospedale della Salpêtrière nel 1795
Nominato in seguito alla direzione del grande complesso psichiatrico della Salpêtrière, a Parigi fu il primo medico che si propose metodicamente di curare i pazienti psichiatrici gravi, e non solo di "custodirli" negli ospizi, come si usava allora.
Nei suoi scritti e nella sua pratica clinica, diede importanza a diversi elementi terapeutici, fra cui la costruzione di un rapporto personale costruito con colloqui con il malato, metodi di "terapia morale" (antesignana della psicoterapia), e l'uso di forme di ergoterapia. Ma venivano anche utilizzati «strumenti terapeutici...per ricondurre questi malati alla 'normalità'... particolarmente traumatici, volti a provocare uno shock: in queste strutture erano comuni docce ghiacciate, diete sbilanciate, isolamento e contenzione fisica, purghe, salassi, oppio, ecc.»[5]
Questo suo comportamento, pur ispirato ai valori illuministici di libertà e fratellanza della Rivoluzione che in quel momento si diffondeva in Francia, insospettì il presidente del Comune rivoluzionario di Parigi che sobillò la folla ad aggredire Pinel nella convinzione che egli avesse dato rifugio a Bicêtre ai controrivoluzionari.
Nel 1801 scrisse il Traité médico-philosophique sur l'aliénation mentale (Trattato medico-filosofico sull'alienazione mentale) dove classificò, in base a lesioni organiche, malattie mentali come: la melancolia (delirio parziale); la mania (delirio generalizzato); la demenza(indebolimento intellettuale generalizzato); l'idiotismo (mancanza totale delle funzioni intellettive)
Fu eletto membro della Académie des sciences nel 1803. L'Impero napoleonico accordò a Pinel grandi onori che la Restaurazione successivamente gli ritirò.
Le sue idee riprese dallo psichiatra Jean-Étienne Dominique Esquirol (17721840) ispirarono il regolamento psichiatrico del 1883 che rimase in vigore sino al 1990.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Nosographie philosophique, ou la méthode de l'analyse appliquée à la médecine (2 volumes, 1798) Pinel, Philippe (1798) – Wikiversity. Texte en ligne : [1] [2]
  • Rapport fait à l'École de médecine de Paris, sur la clinique d'inoculation, le 29 fructidor, an 7 (1799). Texte en ligne : [3]
  • Traité médico-philosophique sur l'aliénation mentale ou La manie (1800) Texte en ligne : [4]
    • Edizione it. Ph. Pinel, Trattato medico-filosofico sopra l'alienazione mentale: di Filippo Pinel, Orcesi, 1830.
  • La médecine clinique rendue plus précise et plus exacte par l'application de l'analyse : recueil et résultat d'observations sur les maladies aigües, faites à la Salpêtrière (1804). Testo on line: Pinel, Philippe (1745-1826) - La médecine clinique rendue plus précise et plus exacte par l'application de l'analyse.
  • « Lettres de Pinel, précédées d'une notice sur sa vie par son neveu, le Dr Casimir Pinel » in Gazette hebdomadaire de médecine et de chirurgie (1859)
  • Genèse de la psychiatrie : les premiers écrits psychiatriques de Philippe Pinel, Le Sycomore, Paris, 1981

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Enciclopedia Garzanti di Filosofia e Sapere.it alla voce corrispondente.
  2. ^ Enciclopedia Treccani alla voce corrispondente
  3. ^ «Mendicanti e vagabondi, nullatenenti, disoccupati, sfaccendati, delinquenti, individui politicamente sospetti, eretici, donne di facili costumi, libertini, vengono in tal modo resi inoffensivi, e, per così dire, invisibili insieme con sifilitici e alcolisti, pazzi, idioti e stravaganti, nonché mogli odiate, figlie disonorate e figli che sperperavano il patrimonio.» (Klaus Dorner, Il borghese e il folle, Laterza, 1975)
  4. ^ Peppe Dell'Acqua, Fuori come va? Famiglie e persone con schizofrenia. Manuale per un uso ottimistico delle cure e dei servizi, Feltrinelli Editore, 2010 p.275
  5. ^ Giuliana Proietti, Il Benessere, ed. Xenia, 2005

mercoledì 28 giugno 2017

"false le accuse nei nostriconfronti, vi raccontiamo la verità"... Coop. Lilium,

 Coop. Lilium,

"false le accuse nei nostriconfronti, vi raccontiamo la verità"...

La lettera di diffida del Presidente Vittorio Lupinetti Gabriella Maffioletti (Andiantum)Paolo Roat, Silvio De Fanti (CCDU) scientology




Diffida da parte della Soc. Coop. Lilium all'Avv. Francesco Miraglia - al Comitato dei Cittadini e per i Diritti Umani  CCDU             (scientology)- Pronto Soccorso Famiglia ed Associazione "Educhiamoli a casa". Si diffida chiunque a divulgare notizie false sulla Cooperativa Lilium, considerando che i fatti raccontati in questi giorni sono frutto di una distorta rappresentazione della realtà da parte degli organi di stampa e di persone che le hanno impropriamente diffuse. Questo è confermato dall'archiviazione da parte della Procura della Repubblica di Chieti del fatto divulgato. Gabriella Maffioletti (Andiantum) Paolo Roat, Silvio De Fanti (CCDU) scientology
Per dover di verità e sicuri del nostro lavoro, noi raccontiamo i fatti così come sono realmente accaduti.
ATTO DI DIFFIDA

Nella mia qualità di Presidente e legale rappresentante della Lilium Società Cooperativa a r.l. Onlus, con sede in San Giovanni Teatino (CH) Contrada Sambuceto, Via Verdi n. 18, formulo con la presente espresso invito e diffida ad astenervi per l'avvenire dal pubblicare notizie e riferimenti, concernenti la predetta Lilium, privi del necessario preventivo rigoroso controllo e verifica circa la loro fondatezza ed attendibilità, nonché del necessario contraddittorio con la rappresentanza della Lilium stessa, e tali da causare conseguentemente ingiustificata gravissima ed irreparabile lesione dell'immagine, della reputazione, del prestigio e del decoro della Lilium.
Nella precisata mia qualità formulo altresì espresso invito e diffida a voler provvedere all'immediata rettifica dinotizie e riferimenti alla Lilium, già pubblicati, con titoli, tenore e contenuto gratuitamente ed ingiustamente diffamatori, e finanche calunniosi.
Si fa riferimento in particolare agli articoli concernenti pretesi "abusi e droga nella comunità", "nella comunità circolavano droga ed alcool", "droga alcool e abusi sessuali in comunità: la Lilium denunciata", "droga e abusi su minori nel centro Lilium", e ad analoghi articoli similari, comparsi sulle testate giornalistiche online: "ChietiToday","Abruzzo24ore.tv", "PrimaDanoi.it", "Il-Cittadino"ed altre, nonché in vari Blog.
Detti articoli non appaiono rispettosi, ad avviso dello scrivente dei limiti all'esercizio del diritto di cronaca, costituiti dalla verità o veridicità delle notizie e della obiettività e continenza dell' esposizione narrativa, evidenziando una rimarchevole carenza nella preventiva necessaria attività di vaglio e controllo delle notizie di che trattasi, comprovata dalla censurabile omissione di ogni e qualsivoglia interpello dei vertici della Lilium in ordine a tali notizie.
Si sarebbe in tal modo agevolmente appurato che per quel che concerne l'episodio relativo ad asseriti abusi sessuali che avrebbe subito all'interno della stessa Comunità Lilium una ragazza minorenne di Trento ad opera di un infermiere, la Procura della Repubblica di Chieti, in persona del P.M. titolare delle indagini Dott.ssa Ponziani, ha richiesto l'archiviazione del procedimento penale, instaurato a seguito di denuncia da parte della madre di tale ragazza, archiviazione disposta dal competente GIP del Tribunale di Chieti.
Si sarebbe parimenti appurato che anche relativamente all'episodio concernente la morte di un ragazzo napoletano di 15 anni, avvenuta a poche ore dal suo ricovero nella comunità Lilium, nessun iniziativa è stata assunta nei confronti dei responsabili della Lilium dalla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Chieti, essendo stato riscontrato a seguito di autopsia che il decesso del predetto minore era stato causato da arresto cardiaco correlato imputabile a cause naturali.

Anche per ciò che riguarda le notizie e gli articoli inerenti a presunti episodi di acquisto e circolazione di droga ed alcool all'interno della comunità Lilium, asseritamente coinvolgenti giovani pazienti ed educatori della stessa Lilium, si esprime la convinzione che anche simili episodi siano frutto di una falsa e tendenziosa esposizione.
Si precisa in proposito che la Lilium, oltre a sottoporre il personale da assumere alle proprie dipendenze in qualità di educatori, infermieri ed operatori a preventivi test psicoattitudinali eseguiti dall'Ufficio A.I.A.S.U. diretto dal noto psichiatra e criminologo Prof. Francesco Bruno, effettuare sistematici controlli a sorpresa sia sul personale dipendente sia sui pazienti ricoverati in comunità al fine di verificare l'eventuale assunzione di sostanze stupefacenti.
Si vuol dire in altri termini che la Liliumha assunto ed assume tutte le iniziative atte a prevenire ed evitare il verificarsi di fenomeni del genere di quelli oggetto di esposto da parte dell'Avv. Francesco Miraglia, avendo estrema cura e manifestando il massimo scrupolo per tutto ciò che attiene alla tutela dell'incolumità e della salute dei pazienti ricoverati nella comunità dalla stessa gestita, nella consapevolezza delle gravi e/o gravissime problematiche di tali pazienti sono portatori.
Nei sensi e nei termini innanzi precisati, si invitano e diffidano pertanto gli organi di stampa interessati a pubblicare con la massima urgenza le conseguenti rettifiche relative ai cennati articoli.
Salvo e riservato ogni diritto, ragione ed azione spettante alla Lilium, anche per il ristoro dei gravissimi e forse irreparabili danni e pregiudizi ingiustamente subiti e subendi a seguito della pubblicazione e propalazione delle notizie sopra richiamate.http:// www.cooplilium.it/  http://www.liliumvideo.it       http://www.liliumnotizie.it
Presidente Soc. Coop LILIUM
Vittorio Lupinetti






Lilium Soc. Coop. Sociale a.r.l. ONLUS - 

Sede Legale: via Verdi, 18 - 66020 San Giovanni Teatino (CH) Italia
www.cooplilium.it
P.Iva/C.F./Reg. Imprese: 02081170694 - Reg. Imprese di Chieti - REA: 150621 - Albo Soc. Coop.: A119138 - Capitale sociale: € 5.5000,00 i.v.
tel./fax Uffici Amministrativi +39 085.9431044 /  +39 085.9431264  - tel./fax Ass. Sociali 085.9431296 /  +39 085.9431929 

sito web: www.cooplilium.it - mail: info@cooplilium.it - marketing@cooplilium.it - assistentisociali@cooplilium.it

coop lilium protesta: «non accettiamo lezioni da scientology =comitato deicittadini per i diritti umani ccdu (scientology)

Comunicato Stampa
Il presidente della coop. Lilium Vittorio Lupinetti respinge le accuse mosse da Ccdu (scientology) e Adiantum.
Le due associazioni Gabriella Maffioletti;( Andiantum)Silvio De Fanti; Paolo Roat (scientology)
ad inizio settembre sono entrati nella struttura di San Giovanni Teatino: dopo l'ispezione hanno denunciato tutta una serie di presunte carenze e violazioni (ragazzi sedati, strutture inadeguate simili a lager) nella gestione dei giovani pazienti con problematiche psichiatriche.
Ma Lupinetti respinge tutte le accuse e parla di «campagna stampa denigratoria» su «vicende giudiziarie definite e concluse». Il presidente si dice sorpreso da certe affermazioni anche perché durante e dopo la visita in Lilium «non abbiamo ricevuto nessun loro riscontro o rilievo mossoci: ora registriamo improvvisamente il clamore».
I vertici della coop si difendono e ricordano che durante l'ispezione «riscontrammo arroganza e indisponibilità preconcetta in risposta alla nostra apertura, finanche a giungere ad espressioni scurrili e a toni e ad atteggiamenti chiaramente provocatori».
Lupinetti poi attacca: «Ci accorgemmo purtroppo, e non potevamo certo immaginarlo, di avere di fronte le posizioni riconducibili alla battaglia ideologica del movimento di Scientology e dei suoi adepti, visto che gli stessi ne fanno dichiaratamente parte. Scientology è ben nota ai media di tutto il mondo. Tra le più oltranzistiche posizioni assunte c'è la furibonda, rozza e primitiva lotta contro la psichiatria, portata avanti ideologicamente, senza basi scientifiche e soltanto con le specifiche motivazioni pseudo-religiose che le sono proprie».
Lilium ne è convinta: «il Comitato Cittadini per i Diritti Umani è diretta emanazione di Scientology». Il presidente difende poi l'opera dei 100 dipendenti, «persone in carne e ossa coinvolte in un impegno quotidiano e difficile» e rivendica «l' importanza del nostro lavoro, nella cura e nell'assistenza di minori in grave disagio».
Per tutte le accuse «immotivatamente rivolte» Lilium assicura: «chiederemo dovuto conto in tutte le sedi opportune e nei confronti di Ccdu e Adiantum assumeremo ogni atto volto a preservare l'integrità della nostra reputazione e ad ottenere ristoro dei gravi danni che ingiustamente e assurdamente ci sono stati arrecati.

mercoledì 16 dicembre 2015

RICHIESTA DI RINVIO A GIUDIZIO DE FANTI Silvio ROAT Paolo, MAFFIOLETTI Gabriella CAMPIDELL Peter


martedì 29 settembre 2015


RICHIESTA DI RINVIO A GIUDIZIO DE FANTI Silvio ROAT Paolo, MAFFIOLETTI Gabriella CAMPIDELL Peter


RICHIESTA DI
RINVIO A GIUDIZIO

DE FANTI Silvio 
ROAT Paolo,
MAFFIOLETTI Gabriella
CAMPIDELL Peter




- artt. 416, 417
c.p.p., 130 D.Lv. 271/89 -
AL SIGNOR GIUDICE PER
L'UDIENZA PRELIMINARE
PRESSO IL TRIBUNALE DI
CHIETI

Il Pubblico Ministero Dott.ssa Rosangela
Di Stefano
Visti gli atti del procedimento N. 4207/12 N.R. mod. U, nei confronti di:
DE FANTI Silvio Giacinto Giuseppe, nato a Torino il 18.8.1954 residente a Portogruaro
Via 
Campeio n. 35
elettivamente domiciliato in Milano viale Regina Margherita n. 30 do lo studio
del difensore di fiducia;
ROAT Paolo, nato a Trento il 3.7.1963 residente a Pergine Valsugana fne Ischia via Di
Valdesas 
n. 7 elettivamente domiciliato in Milano viale Regina Margherita n. 30 c/o
lo studio del difensore di 
fiducia;
MAFFIOLETTI Gabriella, nata a Taio il 14.7.1958 residente a Trenta Via del Loghet n. 5
elettivamente domiciliata in Milano viale Regina Margherita n. 30 c/o Io studio
del difensore di 
fiducia;
CAMPIDELL Peter, nato a Brunico il 15.2.1965 residente a San Genesio Atesino, ivi residente
in 
via Genesio
n. 2 elettivamente domiciliato in Milano viale Regina Margherita n. 30 c/o Io
studio del 
difensore di fiducia;
assistiti e difesi di fiducia dall' avv. Pilerio PLASTINA del foro di Milano
studio in Milano viale 
Regina Margherita n. 30
IMPUTATI
del delitto p. e p.
dagli artt. 110, 368 c.p. perché, in concorso tra loro, il DE FANTI quale
firmatario 
di un esposto depositato presso la Procura della Repubblica di Chieti, il
ROAT, la MAFFIOLETTI, 
il CAMPIDELL, quali firmatari di relazioni allegate al predetto esposto,
accusavano ingiustamente 
pur sapendoli innocenti i vertici della cooperativa LILIUM di San Giovanni
Teatino di maltrattare i ragn77.i ospiti della predetta struttura.
Fatto commesso in
Chieti, l' 11.10.2012
Identificate le persone dffese•n:
Società Cooperativa
g.oviale:"Liliurn" à r. I. Onlus, nella 
persona del legale
rappresentante 
LUPINETTI Vittorio, 'nato a Chieti il
23.12.1970 residente a Città Sant'Angelo strada Della 
Congrega n. 3;

Evidenziata
l'acquisizione delle seguenti fonti di prova: 
Visti gli artt. 416,417 c.p.p.
CHIEDE
L'emissione del decreto che
dispone il giudizio nei 
confronti dell'imputato per il reato sopraindicato.
Manda alla segreteria per
gli adempimenti di competenza e in particolare per la trasmissione, 
unitamente alla presente richiesta, del
fascicolo contenente la notizia di reato, la documentazione relativa alle indagini espletate e i verbali
degli atti eventualmente compiuti al giudice per le indagini 
preliminari.
Chieti,




Silvio De Fanti e  Paolo Roat


MAFFIOLETTI Gabriella

mercoledì 1 luglio 2015

La comunità salva le vite I processi inutili la uccidono

La comunità salva le vite I processi inutili la uccidono

Centro di eccellenza, esce dalla Legacoop e iniziano i guai: 47 visite dei Nas e denunce finite nel nulla, ma l'attività ormai ha chiuso. E tre ex ospiti sono morti per droga
 Dom, 19/10/2014 - 09:49

C'era una volta una coop sociale che rappresentava un'eccellenza per l'Italia centro-meridionale. Si chiamava Cearpes, sede a Sambuceto (Pescara), accoglieva ragazzi con gravi disagi, malati psichiatrici, tossicodipendenti, persone abbandonate.

Convenzionata con l'ospedale Gemelli di Roma e la clinica psichiatrica di Chieti, aveva oltre cento dipendenti e una cinquantina di ospiti in due strutture abruzzesi, a San Giovanni Teatino e Catignano.
Un brutto giorno di nove anni fa si aprirono le cateratte della giustizia italiana: ispezioni, indagini, sequestri, processi sommati a invidie e calunnie. Ora la vicenda è chiusa con assoluzioni per tutti. Nessuna delle accuse ha retto. Ma non hanno retto nemmeno la coop (azzerata), i lavoratori (rimasti a piedi) e gli ospiti, sballottati tra altre comunità e le carceri. Tre di loro, tossicodipendenti avviati al recupero, sono morti per overdose. Condannati dalla malagiustizia, senza sentenze e senza appello.

La Cearpas (Centro aggiornamento ricerche pedagogiche, economiche e sociali), fondata nel 1986 e iscritta a Legacoop, fatturava 5 milioni di euro. Era considerata un modello, nel 2003 fu visitata anche da Massimo D'Alema e Livia Turco. Quando cominciarono le ispezioni, l'anno dopo, il presidente Dominique Quattrocchi chiese una mano a Legacoop Abruzzo. Gli fu risposto che doveva sottostare a una coop sociale di Reggio Emilia sua concorrente. Quattrocchi si rivolse alla Cgil, ma l'allora segretario regionale del sindacato rosso pretese 40 tesseramenti e l'assunzione del figlio.
Il povero Quattrocchi assunse il giovane e altre due persone segnalate da Legacoop, ma non fece le tessere. In un clima pesantissimo, Cearpes lasciò Legacoop per iscriversi a Confcooperative. Franco Leone, leader della Cgil abruzzese denunciò presunte irregolarità e inadempienze e fu controdenunciato per minacce ed estorsione. E giunse la mazzata: nel maggio 2005 due minori che sostenevano di aver subito maltrattamenti vennero tolti alla comunità. Scattarono nuove ispezioni e perquisizioni. Sul registro degli indagati furono iscritti 19 tra responsabili e dipendenti della coop per sequestro di persona e maltrattamenti. Gli ospiti vennero trasferiti e la coop svuotata.
Nell'arco di un anno si contano 47 visite tra Nas di Pescara, carabinieri di Rosciano, ispettori del Lavoro e delle Finanze. Quattrocchi si difese sventolando i protocolli sanitari: le cinghie di contenzione dovevano evitare gesti di autolesionismo e gli psicofarmaci erano previsti dalle terapie psichiatriche dei policlinici.
«Che cosa dovevamo fare per immobilizzare un giovane schizofrenico che cercava di tagliarsi le vene?», si chiese il manager.
Nel settembre 2006 vengono rinviati a giudizio 32 tra responsabili e operatori della coop con accuse gravi: maltrattamenti, violenze fisiche e psichiche, minacce, lesioni, sequestro di persona, abuso di autorità e di relazioni domestiche. Per non interrompere il servizio, l'attività di Cearpes viene ceduta alla Lilium Onlus (che la gestisce tuttora). Nel pieno della bufera mediatico-giudiziaria, Quattrocchi e il presidente della Lilium vengono anche rinviati a giudizio per bancarotta fraudolenta. Indotta dalle indagini.
L'assoluzione per la bancarotta è del 2013: per la Corte d'appello di Pescara il fatto non sussiste. Alcuni mesi fa anche il Tribunale di Pescara ha assolto con formula piena i 32 indagati per le presunte violenze: non erano maltrattamenti ma l'applicazione dei protocolli per malati psichiatrici. Quattrocchi è uscito assolto da 16 processi: «Non sono un appestato – dice – e la mia comunità, che accoglieva gente rifiutata da tutti, non era un lager».
Tutto bene ciò che finisce bene? No. Per 26 ragazzi si è interrotto il percorso di recupero. Quattro sono finiti in carcere per vari reati e altri dieci inseriti in strutture di contenimento. Cento dipendenti hanno perso il posto: 12 di essi erano in reinserimento, sette hanno ripreso a drogarsi, tre sono morti di overdose. Otto milioni di euro di patrimonio perduti. Un'odissea ora trasformata in uno spettacolo di denuncia realizzato da Milo Vallone intitolato «Nove petali di loto», che sarà presentato in anteprima mercoledì 22 al teatro Massimo di Pescara e arriverà a Milano il 18 novembre.