sabato 27 giugno 2015

La storia (vera) di una preziosa opera sociale triturata da 16 processi in 9 anni. Tutti assolti

La storia (vera) di una preziosa opera sociale triturata da 16 processi in 9 anni. Tutti assolti


 



Novembre 18, 2014 Matteo Rigamonti
Con “Nove Petali di Loto” va in scena a teatro la vicenda della cooperativa Cearpes per l’accoglienza di minori disagiati, caso simbolo di tanti calvari giudiziari all’italiana
nove petali di loto teatroDebutta questa sera in prima nazionale a Milano presso il Teatro Sala Fontana Nove Petali di Loto, opera teatrale in cine-prosa diretta da Milo Vallone e Luca Pompei. Si tratta di un testo di fantasia liberamente ispirato a una storia vera, quella della cooperativa sociale Cearpes di San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti. Una cooperativa fondata nel 1986 che si occupava di accoglienza, recupero e reinserimento collettivo di minori con gravi e gravissimi disagi socio-comportamentali, come la schizofrenia. Fino a che, nei primi anni Duemila, si è trovata invischiata in un vortice mediatico-giudiziario che ne ha distrutto l’immagine e l’operato, pregiudicando la prosecuzione dell’attività e costringendo una cinquantina di pazienti e quasi un centinaio di dipendenti a restare a casa. Anche se poi, dopo 9 anni di calvario, a gennaio di quest’anno, il suo fondatore Dominique Quattrocchi è stato assolto in tutti e 16 i processi che hanno coinvolto lui, la sua cooperativa e una trentina di altri imputati.
COOP ROSSE E SINDACATI. «La cooperativa era un punto di riferimento in Italia», ha spiegato Quattrocchi, «ma in pochi giorni siamo diventati degli orchi, un’associazione a delinquere e i segni di un calvario giudiziario ed umano durato 9 anni, conclusosi pure con la completa assoluzione di tutti gli imputati, ci sono rimasti impressi sulla pelle». Nel sito della cooperativa la storia è ricostruita con dettagli cronologici inquietanti: i guai giudiziari sarebbero scattati in seguito ai «contrasti con la Lega delle Cooperative e la Cgil Abruzzo», con le quali Cearpes non voleva più avere a che fare. Ma le Coop e la Cgil – è la pesante accusa contenuta nella versione di Cearpes – insistevano nel chiedere «tesseramenti e l’assunzione» di alcuni parenti dei loro vertici, richieste che la cooperativa di Quattrocchi ha sempre respinto.
Nove Petali di Loto locandinaUN’ECCELLENZA IN FUMO. È una vicenda «che ha fatto scalpore e continua a farlo», si legge sulla nota stampa che accompagna lo spettacolo, ma «la verità accertata sul piano giudiziario è ancora lontana dall’essere abbracciata appieno da una comunità troppo spesso sviata e sconvolta da notizie parziali, sensazionalistiche e spesso prive di fondamento».
È anche per questo motivo, dunque, che lo spettacolo Nove Petali di Loto aspira a dare un contributo di verità. «Già nel titolo c’è la metafora che vogliamo raccontare», confida a tempi.it Vallone: «Il fiore di loto, infatti, è un fiore bellissimo, ma la sua esistenza non è così facile». Proprio come nel caso della cooperativa Cearpes, un’eccellenza riconosciuta dai pubblici uffici in Italia e apprezzata anche all’estero (come testimoniava il numero di pazienti stranieri accolti) che però è finita nel tritacarne mediatico-giudiziario. «Il suo fondatore, però, è stato assolto in tutti e 16 i processi in cui è stato coinvolto». Le accuse formulate nei suoi confronti erano pesantissime, «maltrattamenti e sevizie agli ospiti della struttura» oltre a una «catena di ulteriori capi di imputazione, su tutti quello di bancarotta fraudolenta».
LA GOGNA MEDIATICA. Sebbene per nessuno di questi capi di accusa la procura di Chieti abbia riscontrato evidenti colpevolezze o responsabilità da parte di Quattrocchi, tuttavia «i titoli dei giornali di allora non lasciavano spazio a presunzioni di innocenza: si parlava di “mostro”, “casa degli orrori” e addirittura di “lager”», ricorda il regista che ben conosce la vicenda. Ma di «vicende analoghe ce ne sono a iosa in Italia», puntualizza Vallone, «ed è proprio ciò che vogliamo mettere in scena»; è questo il motivo per cui nello spettacolo «non si fa esplicito riferimento» al caso Cearpes, anche se i nomi del fondatore (Occhipinti) e della cooperativa (Precase) suonano molto similari.
«Il messaggio che vogliamo dare – conclude Vallone – è che i cittadini non sono né pupazzi né carne da macello, ma rappresentanti a pieno diritto della società civile e non meritano mai trattamenti ingiusti da parte dei cosiddetti “poteri forti” dello Stato, siano essi la magistratura, la procura, i sindacati o la politica». E l’auspicio è che in questi casi, comunque, non si neghi a nessuno un’altra possibilità. Come nel caso di Cearpes, «che è desiderosa di riaccreditarsi presso l’opinione pubblica e ripartire». Non sarà semplice.


La cooperativa cearpes, oggi gestita dalla Lilium, non era un lager ma un centro di eccellenza a livello nazionale

la cooperativa cearpes, oggi gestita dalla coop lilium, non era un lager ma un centro di eccellenza a livello nazionale

La cooperativa CEARPES, 

oggi gestita dalla LILIUM,

 non era un lager ma un centro di 

eccellenza a livello nazionale



la cooperativa cearpes, oggi gestita dalla coop lilium, non era un lager ma un centro di eccellenza a livello nazionale

CHIETI. Assolti con formula piena dopo nove anni. nessun maltrattamento e sequestro di persona nel centro della cooperativa CEARPES per adolescenti con problematiche psichiatriche gravi e gravissimi di San Giovanni Teatino che oggi è gestito dalla coop LILIUM.

La cooperativa Cearpes non era un lager dove quei ragazzi, venuti in Abruzzo dall'Alto Adige, Trentino, Lombardia, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Sardegna, Calabria, Sicilia, Comune di Napoli, Comune di Bari e da tante altre parti d'Italia, ricoverati nel centro anche su ordine del giudice per i minori.
Quei 32 operatori, in poche parole, erano mossi da uno stato di necessità. Così, in sintesi, ha sentenziato con formula piena, il 17 gennaio scorso a Chieti, il giudice Patrizia
Medica . Vince la difesa dei 32 imputati assistiti da un drappello di avvocati (Borgia Cesare, Supino Vittorio, Di Nunzio Aurelia, Azzariti Stefano, Angiolelli Dante, vedere l'elenco completo in fondo all'articolo) e L'avvocato Pilotti Aielli che in corso del processo ha duvuto lasciare la difesa del Presidente Quattrocchi Dominique e della Vice Presidente Cianci Maria Gabriela per motivi di salute a favore degli studi Borgia ed Angiolelli.
Dopo che lo stesso pm, Giuseppe Falasca, aveva chiesto le assoluzioni ma per prescrizione e non con formula piena nella stessa requisitoria del Pubblico Ministero all'udienza 15.11.2013.egli afferma :
"Ebbene le sole dichiarazioni introdotte tramite le dichiarazioni resa alla polizia giudiziaria ed acquisite ai sensi dell'art. 512 c. p. p. costituiscono una probatio minor, come insegna la giurisprudenza di legittimità in quanto devono trovare conforto in altre elementi individuati dal giudice."


Chiedendo egli stesso l'assoluzione perché ; il fatto non sussiste. per tutti gli imputati con queste formule:
"All'esito dell'istruttoria si devono trarre le dovute conseguenze nelle richieste da parte del 'Pubblico Ministero come segue:
-il fatto storico è introdotto nel dibattimento dal verbale di sommarie informazioni acquisite ai sensi dell'art. 512 e. p. p. ma insufficiente a sostenere l'accusa; il fatto non sussiste.
-nessuno dei testimoni escussi, chiamato a riferire sui fatti ha saputo riportare l'evento; il fatto non sussiste
-il fatto storico è introdotto nel dibattimento dal verbale di sommarie informazioni acquisite ai sensi dell'art. 512 c. p. p. ma insufficiente a sostenere l'accusa; il fatto non sussiste.
-assoluzione perché il fatto non sussiste in quanto nessuno dei testimoni ha ricordato il fatto
-l'istruttoria dibattimentale non ha consentito affatto di ricostruire l'accaduto; il fatto non sussiste.
-La testimonianza per tale morivo non può essere posta a fondamento dell'affermazione della responsabilità penale degli imputati essendo quantomeno controversa la credibilità del racconto sotto ,i1 profilo dell'esattezza dei ricorsi della vittima e testimone dei fatti. Assoluzione per non avere commesso il fatto;
-il fatto perché nessuno dei testimoni ha ricostruito il fatto nel dibattimento, e la stessa persona offesa non è stata in grado di dare il suo contributo alla ricostruzione della segregazione.
Ha vinto la linea difensiva che è stata affermato da tutti difensori che può essere sintetizzata in questi paragrafi dall'Avv. DANTE ANGIOLELLI della sua MEMORIA DIFENSIVA:

"La impostazione accusatoria, portata a conoscenza della pubblica opinione fin dall'inizio delle indagini, attraverso notizie filtrate agli organi di stampa ed amplificata in maniera devastante dall'attività propalatrice dei mass media, ha condotto alla mistificante e falsa rappresentazione della Comunità Cearpes come una sorta di comunità degli orrori ovvero come un lager e luogo di torture, violenze e maltrattamenti per sventurati minori.
Tutto ciò è risultato nettamente e clamorosamente smentito e contraddetto dalle univoche risultanze probatorie e processuali, le quali hanno dimostrato che invece l'attività della Società Cooperativa Cearpes è stata svolta in maniera altamente professionale e del tutto inappuntabile, a tutela e nell'interesse dei minori da essa ospitati, con scrupolo, sacrificio e dedizione continuativi ed indefessi sia da parte dei vertici e dirigenti di detta
Contrariamente a quanto si assume nelle ipotesi accusatorie, da parte sia dei vertici e dirigenti della Società Cooperativa Cearpes come pure da parte dei collaboratori, educatori ed operatori di essa, sono stati assicurati il migliore e più appropriato trattamento, cura e terapia dei minori alla medesima affidati, tanto da meritare alla medesima Cooperativa Cearpes l'accredito di un centro di eccellenza a livello nazionale in tali peculiari attività."
"Il trattamento e la cura dei minori ospitati, per quel che concerne anche leterapie farmacologiche e l'uso della contenzione, sono avvenuti sulla base di un regolamento scritto approntato dai vertici della cooperativa Cearpes, quale versato in atti, contenente la indicazione e descrizione delle mansioni demandate ai singoli assistenti, educatori ed operatori della Cearpes e sulla base di periodici corsi di aggiornamento, nonché sotto stretto ed assiduo controllo medico, senza che sia possibile ravvisare in essi alcuna violazione delle regole e dei protocolli di carattere sanitario vigenti in suhiecta materia né dei diritti e/o della salute psicofisica dei minori ospitati, essendo posti in essere nel loro esclusivo interesse ed a tutela della loro salute."

A conforto di quanto detto, le difese hanno escusso durante questo processo un significativo numero di professori e medici specialisti, i quali hanno tutti ribadito una concorde e positiva opinione in merito alle cure e trattamenti effettuati presso la Cearpes dagli assistenti, educatori ed operatori della stessa.
Si ricordi ad esempio, quanto riferito all'udienza del 29.6.2012 del teste Dott. Di Iorio Giuseppe, psichiatra presso il Centro di Salute Mentale di Chieti, e che all'epoca dei fatti svolgeva attività di specializzando:"... adesso nella mia esperienza professionale ne frequento tante di strutture come servizio inviante e quello che faceva la Cearpes in termini di formazione, supervisione, controllo da parte di terzi sul nostro operato, autocritica rispetto al potersi migliorare, addirittura c'erano delle riunioni per dire come possiamo migliorarci. Il fatto di mettere nero su bianco tutto quello che si facesse, non l'ho visto da nessuna altra parte, ed io sono un servizio inviante che gira e mi stupisco quando chiedo del materiale di cui i servizi invianti da me interrogati, non sanno neanche l'esistenza. E' un modello, secondo me, di eccellenza".
Ed ancora, sempre a dimostrazione dell'avanguardia nella propria attività della struttura Cearpes già nel 2003, detto teste Dott. Di Iorio, a precisa domanda della difesa: "senta lei a parte quello della Cearpes ha visto altri protocolli di contenzione in giro nelle strutture?", rispondeva che "nelle ASL ci si sta pensando adesso -- anno 2012 (!!) - nel senso che siamo in una fase di ristrutturazione dipartimentale in cui si sta ponendo il problema della regolamentazione",
Ed ancora il Prof. Francesco Bruno, la cui fama e professionalità è riconosciuta a livello nazionale ed internazionale, consulente della difesa, escusso in data 9.11.2012, ha ribadito con quanta attenzione, cura e dedizione, si operava all'interno della Cearpes:

Prof. Francesco Bruno
" la comunità aveva già una serie di regolamenti, di regole molto precise direi addirittura ossessivamente ..." "io sono pervenuto alle conclusioni che la Cearpes, almeno di cui chiaramente ." ". ho visto i documenti di regolamenti e così via, soprattutto per ciò che faceva nei confronti degli utenti, di che cosa si occupava". Analoghe e motivate attestazioni di stima e di apprezzamento nei riguardi della meritoria opera svolta dalla Cearpes si sono avute da parte di altri numerosi testi escussi in dibattimento, soprattutto da parte di medici specialisti in psichiatria, tra cui il Prof. Massimo Di Giannantonio, il Prof. Luigi Conte, il Dott. Vitantontonio Di Fabio, la Dottoressa Maccallini Angela, il Dott. Massimiliano Garzarella e la dott.ssa Clara Messner, nonché psicologi tra cui la Dott.ssa Marcella Di Bernardo, la Dott.ssa Maddalena Fernando e la Dott.ssa. Rita Lorito."
Dalla memoria dell'avvocato Aurelia Di Nunzio si evidenzia:
Il Consulente Dott. Francesco Bruno sulla base della diagnosi, dopo aver esaminato la cospicua documentazione sanitaria, ha ritenuto trattarsi di soggetto con problemi talmente gravi di sviluppo adattativo da renderlo del tutto incapace di seguire leggi, norme, ordini e regolamenti e quindi incapace di controllare i suoi comportamenti. Questa condizione, se unita all'impossibilità emotiva di regolare il suo comportamento sulla base delle reazioni dell'altro, certamente ne fa un soggetto mentalmente non idoneo a testimoniare ( vedasi relazione del dott. Francesco Bruno),
Il Prof. Di Giannantonio Massimo sentito ha dichiarato che i casi trattati da Cearpes sono tutti gravi e gravissimi e a domanda precisa della difesa se anche ".....turbe del comportamento e di personalità, comportamento impulsivo e oppositivo" fossero anch'esse patologie gravi, ha risposto che sono tutte gravi e gravissime"

Cooperativa, che da parte dei collaboratori e dipendenti ( assistenti, educatori, operatori ecc.), con risultati terapeutici di significativa rilevanza positiva per i minori stessi, affetti da gravi patologie psichiatriche, tramite l'ausilio costante di specialisti e professionisti di primissimo ordine.
Prof. Massimo Di Giannantonio
Tutti gli psichiatri, neuropsichiatri, psicologi sentiti hanno confermato che, per questi pazienti la falsata rappresentazione della realtà, la manipolazione dei fatti, costituisce la regola perché fortemente connaturale alla patologia dalla quali sono affetti.
E' emerso che la Cearpes era struttura di assoluto livello nel centro.-sud dove iragazzi venivano collocati dai servizi pubblici, dove veniva predisposto un programma psico-comportamentale personalizzato finalizzato al raggiungimento di determinati obiettivi in relazione ai vari aspetti di criticità, Una struttura dove si tenevano registri giornalieri per le attività svolte e gli interventi praticati su ogni utente, una struttura con formazione continua per gli operatori, una struttura dove si tenevano riunioni d'equipe e di staf, munita di personale specializzato e medici specialisti interni ed esterni, una struttura che, di fronte all'esigenza di gestire situazioni di alta criticità relativa alla pericolosa aggressività degli utenti si è posta problema di redigere un protocollo con le linee-guida necessarie redatte dopo la consultazione di specialisti in campo medico e giuridico; una struttura che si relazionava costantemente con i servizi invianti e i Tribunali per minorenni mettendoli al corrente dell'esecuzione del programma e delle problematiche connesse.
Una struttura di eccellenza, così corre è stata definita dai testi ascoltati.
Non è emersa nessuna situazione dalla quale possa emergere un abuso del mezzo di contenzione poiché attuato sulla base di un protocollo preciso con l'assistenza dei medici e infermieri e con il monitoraggio preciso dei paziente e con durata limitata allo stretto necessario alla ripristino della situazione di normalità
Come di seguito precisato dallo studio Studio Legale e Tributario Supino- Iezzi & Associati
Dalla Sentenza del Tribunale minorenni Bari 02 luglio 2009

Il ricorso all'uso dei mezzi di contenzione in ipotesi di soggetto vittima di comportamenti scompensati dal punto di vista neuropsichiatrico è consentito come " " extremaratio"", in casi eccezionali, quando vi sia un concreto pericolo per l'incolumità personale e sempre nel rispetto della persona umana, che deve essere interpretato in maniera estremamente rigorosa quando si tratti di un minore. Nel processo valutativo il Giudice deve contemperare la situazione concreta che affligge il minore, avvalendosi del supporto tecnico necessario in tali casi, con i criteri guida offerti dalla legge, segnatamente dagli art. 60 R.d. n 615 del 1909 e art. 1 l. n. 180 del 1978, incorporata nella l. n. 833 del 1978 istitutiva del S.s.n.
L'elenco degli assolti è lungo, eccolo: Dominique Quattrocchi, 52 anni, nato a Anncey (Francia) e residente a San Giovanni Teatino; Fulvio Iosi, 48, nato a Foggia e residente a San Giovanni Teatino; Fioralba Ferrante, 38, nata a Chieti e residente a Torrevecchia Teatina; Franco Tambone, 39 anni, di Pescara; Francesco Vergato, 40, nato a Salerno e residente a Collecorvino (Pescara); Francesca Ficorilli, 32, di Sulmona (L'Aquila); Marco Pierdomenico, 42, nato a Chieti e residente a Casalincontrada; Antonio Potere, 35, nato a Pescara e residente a Manoppello (Pescara); Vittorio Lupinetti, 43 anni, nato a Chieti e residente a Città Sant'Angelo (Pescara); Ernesto Caranci, 37, nato a Venafro (Isernia) e residente a Pescara; Nadir Scilinguo, 34, nato a Lungro (Cosenza) e residente a Pescara; Giuseppina Armideo

, 56, di Fara San Martino; Filomena Pantalone, 33, nata a Chieti e residente a Ripa Teatina; Maria Gabriella Cianci, 52, di Pescara; Stefania Nunziata, 34, nata a Napoli e residente a Palma Campania (Napoli); Annarita D'Alberto, 53, di Pescara; Dario Rosato, 34, di Guardiagrele; Roberto Rascato, 36, nato a Sorrento (Napoli) e residente a Lanciano; Giovanni Castriotta, 45, nato a Manfredonia (Foggia) e residente a Chieti; Cristina Masci, 29, di Pescara; Ileana Faieta, 39, nata a Pescara e residente ad Alanno (Pescara); Shyqyri Ceka, 48, nato a Tirana (Albania) e residente a Montesilvano (Pescara); Luigi Russo, 32, nato a Terlizzi (Bari) e residente a Ruvo di Puglia (Bari); Massimiliano D'Onofrio, 35, nato a Ortona e residente a Francavilla al Mare; Valeria Argentieri, 39, nata a Popoli (Pescara) e residente a Torre de' Passeri (Pescara); Annarita Coletti, 45, di Bussi sul Tirino (Pescara); Francesco Savino Lasala, 38, di Barletta; Umberto Di Rocco, 48, di Pescara; Marco Vignetti, 39, di Pescara; Vincenzo Panzella, 45, nato a Yverdon (Svizzera) e residente a Casoli; Francesco Covella, 38, nato a Chieti e residente a Torrevecchia Teatina e Andrea Lepore, 44 anni, di Chieti.
Avvocati della difesa
Avv Nome Avv cognome città
Dante Angiolelli Pescara
Stefano Azzariti Chieti
Cesare Borgia Pescara
Guido Brandimarte Chieti
Angela Bucci Guardiagrele
Sergio Della Rocca Pescara
Raffaella Di Giovanni
Aurelia Di Nunzio Pescara
Giovanni Golini Pescara
Sergio Iannucci Pescara
Michele Ippedico Ruvo di Puglia (Bari)
Antonio Luciani Francavilla Al Mare
Aielli Pilotti Pescara
Renato Renzi
Barbara Rosati Lanciano
Domenico Russi Pescara
Agostino Russo Pescara
Luca Scaricaciottoli Lanciano
Vittorio Supino Chieti Scalo
Stefania Trozzi Pescara
Per informazione:
Lilium Soc. Cooperativa Sociale a r.l. ONLUS
- Sede Legale: via Verdi, 18 - 66020 San Giovanni Teatino (CH) Italia
Tel./fax Uffici Amministrativi +39 085.9431044 / +39 085.9431264 -
tel./fax Ass. Sociali 085.9431296 / +39 085.9431929
sito web: www.cooplilium.it -
mail: info@cooplilium.it - marketing@cooplilium.it -
Nota - Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno


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venerdì 26 giugno 2015

Cearpes, assolti i vertici Non fu crac fraudolento




Cearpes, assolti i vertici Non fu crac fraudolento


La Corte d’appello cancella le condanne di primo grado sulla bancarotta della coop che assisteva i minori psichiatrici: scagionati Quattrocchi e Pompinetti







PESCARA. Nessuna bancarotta fraudolenta, ma un regolare trasferimento dell’azienda a una nuova società, costituita ad hoc, determinato dalla necessità di non interrompere un servizio delicato come quello dell’assistenza a minori psichiatrici gravi. La Corte d’appello dell’Aquila riabilita pienamente, con un’assoluzione perché il fatto non sussiste, Dominique Quattrocchi, 52 anni, nato in Francia ma residente in città, componente del consiglio di amministrazione e liquidatore della cooperativa Cearpes di San Giovanni Teatino, condannato in primo grado dal gup di Chieti a due anni (sospesi).
L’accusa, sgretolatasi in secondo grado, si basava sulla tesi che Quattrocchi avrebbe stipulato un contratto di affitto d’azienda in favore della Lilium cooperativa sociale onlus allo scopo di trasferire la disponibità di tutti o dei principali beni aziendali a un altro soggetto giuridico. In tal modo, secondo la procura, la Cearpes – dal 2007 in liquidazione coatta amministrativa - si sarebbe trovata nell’impossibilità di esercitare qualsiasi attività economica e sarebbero stati ostacolati gli organi del fallimento nella liquidazione dell’attivo. In sostanza, sarebbero stati danneggiati i creditori.
Un’accusa, smontata ora dai giudici Fabrizia Francabandera (presidente), Aldo ManfrediGabriella Tascone, che aveva trascinato nei guai anche Gabriele Pompinetti, 48 anni, di Montesilvano, allora legale rappresentante della Lilium, pure condannato a due anni in primo grado e assolto dalla Corte d’appello, che ha fatto proprie le conclusioni dell’avvocato Federico Di Giovanni, difensore dei due imputati. La Cearpes, spiega la sentenza bis, «non era più in grado di assicurare il servizio per le condizioni economiche in cui versava».

Ostacolare le attività della Lilium «anche in considerazione della carenza di strutture similari sul territorio nazionale» in grado di ospitare e assistere minori psichiatrici gravi, avrebbe «pregiudicato i pazienti stessi», per i quali «il servizio non può essere interrotto da un giorno all’altro» e avrebbe arrecato un grave disagio alle famiglie e alle Asl di provenienza, costrette a cercare altre strutture adeguate alle particolari esigenze dei pazienti. La Lilium si era in realtà impegnata a corrispondere quanto dovuto ai lavoratori, a «effettuare interventi di straordinaria

manutenzione e di miglioramento delle strutture stesse» e «ad assumersi le spese necessarie per le regolarizzazioni urbanistiche e quelle per l’esercizio dell’attività», garantendo in tal modo l’incremento del valore del patrimonio aziendale. (g.p.c.)

La comunità salva le vite I processi 


inutili la uccidono



Centro di eccellenza, esce dalla Legacoop e iniziano i guai: 47 visite dei Nas e denunce finite nel nulla, ma l'attività ormai ha chiuso. E tre ex ospiti sono morti per droga

Centro di eccellenza, esce dalla Legacoop e iniziano i guai: 47 visite dei Nas e denunce finite nel nulla, ma l'attività ormai ha chiuso. E tre ex ospiti sono morti per droga


C'era una volta una coop sociale che rappresentava un'eccellenza per l'Italia centro-meridionale. Si chiamava Cearpes, sede a Sambuceto (Pescara), accoglieva ragazzi con gravi disagi, malati psichiatrici, tossicodipendenti, persone abbandonate.
Convenzionata con l'ospedale Gemelli di Roma e la clinica psichiatrica di Chieti, aveva oltre cento dipendenti e una cinquantina di ospiti in due strutture abruzzesi, a San Giovanni Teatino e Catignano.
Un brutto giorno di nove anni fa si aprirono le cateratte della giustizia italiana: ispezioni, indagini, sequestri, processi sommati a invidie e calunnie. Ora la vicenda è chiusa con assoluzioni per tutti. Nessuna delle accuse ha retto. Ma non hanno retto nemmeno la coop (azzerata), i lavoratori (rimasti a piedi) e gli ospiti, sballottati tra altre comunità e le carceri. Tre di loro, tossicodipendenti avviati al recupero, sono morti per overdose. Condannati dalla malagiustizia, senza sentenze e senza appello.
La Cearpas (Centro aggiornamento ricerche pedagogiche, economiche e sociali), fondata nel 1986 e iscritta a Legacoop, fatturava 5 milioni di euro. Era considerata un modello, nel 2003 fu visitata anche da Massimo D'Alema e Livia Turco. Quando cominciarono le ispezioni, l'anno dopo, il presidente Dominique Quattrocchi chiese una mano a Legacoop Abruzzo. Gli fu risposto che doveva sottostare a una coop sociale di Reggio Emilia sua concorrente. Quattrocchi si rivolse alla Cgil, ma l'allora segretario regionale del sindacato rosso pretese 40 tesseramenti e l'assunzione del figlio.
Il povero Quattrocchi assunse il giovane e altre due persone segnalate da Legacoop, ma non fece le tessere. In un clima pesantissimo, Cearpes lasciò Legacoop per iscriversi a Confcooperative. Franco Leone, leader della Cgil abruzzese denunciò presunte irregolarità e inadempienze e fu controdenunciato per minacce ed estorsione. E giunse la mazzata: nel maggio 2005 due minori che sostenevano di aver subito maltrattamenti vennero tolti alla comunità. Scattarono nuove ispezioni e perquisizioni. Sul registro degli indagati furono iscritti 19 tra responsabili e dipendenti della coop per sequestro di persona e maltrattamenti. Gli ospiti vennero trasferiti e la coop svuotata.
Nell'arco di un anno si contano 47 visite tra Nas di Pescara, carabinieri di Rosciano, ispettori del Lavoro e delle Finanze. Quattrocchi si difese sventolando i protocolli sanitari: le cinghie di contenzione dovevano evitare gesti di autolesionismo e gli psicofarmaci erano previsti dalle terapie psichiatriche dei policlinici.
«Che cosa dovevamo fare per immobilizzare un giovane schizofrenico che cercava di tagliarsi le vene?», si chiese il manager.
Nel settembre 2006 vengono rinviati a giudizio 32 tra responsabili e operatori della coop con accuse gravi: maltrattamenti, violenze fisiche e psichiche, minacce, lesioni, sequestro di persona, abuso di autorità e di relazioni domestiche. Per non interrompere il servizio, l'attività di Cearpes viene ceduta alla Lilium Onlus (che la gestisce tuttora). Nel pieno della bufera mediatico-giudiziaria, Quattrocchi e il presidente della Lilium vengono anche rinviati a giudizio per bancarotta fraudolenta. Indotta dalle indagini.
L'assoluzione per la bancarotta è del 2013: per la Corte d'appello di Pescara il fatto non sussiste. Alcuni mesi fa anche il Tribunale di Pescara ha assolto con formula piena i 32 indagati per le presunte violenze: non erano maltrattamenti ma l'applicazione dei protocolli per malati psichiatrici. Quattrocchi è uscito assolto da 16 processi: «Non sono un appestato – dice – e la mia comunità, che accoglieva gente rifiutata da tutti, non era un lager».
Tutto bene ciò che finisce bene? No. Per 26 ragazzi si è interrotto il percorso di recupero. Quattro sono finiti in carcere per vari reati e altri dieci inseriti in strutture di contenimento. Cento dipendenti hanno perso il posto: 12 di essi erano in reinserimento, sette hanno ripreso a drogarsi, tre sono morti di overdose. Otto milioni di euro di patrimonio perduti. Un'odissea ora trasformata in uno spettacolo di denuncia realizzato da Milo Vallone intitolato «Nove petali di loto», che sarà presentato in anteprima mercoledì 22 al teatro Massimo di Pescara e arriverà a Milano il 18 novembre.

Tutti assolti dopo 9 anni i dipendenti della Cearpes

Tutti assolti dopo 9 anni

 i dipendenti

 della Cearpes


CHIETI Sono stati assolti tutti e 32 con formula piena, dopo nove anni tra indagini e processi ed ora desiderano la giusta riabilitazione: sono i dipendenti della cooperativa «Cearpes», che nel...Categorie (1)

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CHIETI Sono stati assolti tutti e 32 con formula piena, dopo nove anni tra indagini e processi ed ora desiderano la giusta riabilitazione: sono i dipendenti della cooperativa «Cearpes», che nel frattempo è passata alla gestione della cooperativa «Lilium», accusati di maltrattamenti e sequestro di persona nei confronti dei minori che erano ricoverati nel centro che si trova a Sambuceto. «L'impostazione accusatoria – spiegano i lavoratori in un lungo comunicato in cui rievocano le tappe processuali sopportate – ha condotto alla mistificante e falsa rappresentazione della comunità Cearpes come una sorta di comunità degli orrori ovvero come un lager e luogo di torture, violenze e maltrattamenti per sventurati minori. Tutto ciò è risultato nettamente e clamorosamente smentito e contraddetto dalle univoche risultanze probatorie e processuali, le quali hanno dimostrato che invece l'attività della cooperativa è stata svolta in maniera altamente professionale e del tutto inappuntabile, a tutela e nell'interesse dei minori da essa ospitati, con scrupolo, sacrificio e dedizione continuativi ed indefessi, con risultati terapeutici di significativa rilevanza positiva per i minori stessi, affetti da gravi patologie psichiatriche. Sono stati assicurati il migliore e più appropriato trattamento, cura e terapia dei minori alla medesima affidati, tanto da meritare alla medesima Cearpes l'accredito di un centro di eccellenza a livello nazionale in tali peculiari attività. Il trattamento e la cura dei minori ospitati, per quel che concerne anche le terapie farmacologiche e l'uso della contenzione, sono avvenuti sulla base di un regolamento scritto approntato dai vertici della cooperativa, contenente l'indicazione e descrizione delle mansioni demandate ai singoli assistenti, educatori ed operatori della Cearpes e sulla base di periodici corsi di aggiornamento, nonché sotto stretto ed assiduo controllo medico, senza che sia possibile ravvisare in essi alcuna violazione delle regole e dei protocolli di carattere
sanitario vigenti né dei diritti e della salute psicofisica dei minori ospitati».
Antonello Antonelli

LETTERA APERTA Al Ministro della Giustizia Angelino Alfano Al Ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta

LETTERA APERTA
Al Ministro della Giustizia Angelino Alfano Al Ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta



Il sottoscritto Quattrocchi Dominique, n. il 7.3.1971 ad Annecy (F), domiciliato in via Verdi, 18 San Giovanni Teatino già Presidente e poi Liquidatore della Società Cooperativa Sociale Cearpes a r.l. ONLUS, di S.Giovanni Teatino (CH), ora gestita da Liquidatori di nomina ministeriale,
denuncia e chiede quanto segue.
Con atto in data 3.3.2005 l’esponente denunciava alla Procura della Repubblica di Pescara i Sig. Leone Franco, Bettoschi Ugo e Boyer Mario, tutti dirigenti dei Sindacato CGIL Abruzzo e della Provincia di Pescara, per fatti specifici, ripetuti e analiticamente riportati, di estorsione, minacce e diffamazione (per avere il Leone e il Bettoschi rivolto ripetutamente all’esponente pesanti minacce di gravi danni ove non si fosse imposto al personale dipendente della Cooperativa di iscriversi al Sindacato CGIL e ove non fossero stati assunti i figli degli stessi Sig. Leone e Dettoschi, il primo dei quali, per di più, con orario di lavoro e retribuzione di favore e di comodo; nonché per avere il Leone e il Boyer, con atto del 9.2.2005, inviato a plurime Autorità della Regione Abruzzo di Aquila, Pescara, Chieti e Teramo, falsamente denunciato che la Cooperativa svolgeva
attività sanitaria senza le autorizzazioni e gli accreditamenti di legge).


La Procura di Pescara, dopo indagini preliminari di CC., con provvedimento in data 14.7.2007 trasmetteva tutti gli atti alla Procura della Repubblica di Chieti per competenza per territorio e per connessione, per i reati di estorsione continuata e di calunnia (quest’ultimo reato per gli stessi fatti invece qualificati dal denunciante-querelante come diffamatori). La Procura di Chieti iscriveva le sopra descritte notizie di reato in due distinti procedimenti rispettivamente ai N.ri 2687/07 e 3022/05 RGNR. Il procedimento N. 2687/07, relativo ai Sig. Leone e Bettoschi per il reato di estorsione continuata, veniva poi archiviato senza alcuna previa indagine istruttoria, con provvedimento del GIP di Chieti del 29.3.2008, nonostante formale opposizione proposta dal denunciante recante anche specifica richiesta di assunzione di testimoni nominativamente indicati e a conoscenza diretta dei fatti denunciati. Con atto del 23.5.08 l’esponente, rilevato che dagli atti del fascicolo archiviato risultava “scomparsa” la prima pagina della denuncia del 3.3.05, ove risultavano anche indicati i nominativi dei testimoni dei fatti estorsivi denunciati, richiedeva ex art. 414 CPP, la riapertura delle indagini per l’assunzione dei testimoni predetti, nonché per l’effettiva riunione dei due procedimenti N.ri 2687/07 e 3022/05 RGNR, relativi a fatti già ritenuti connessi fra loro dalla Procura di Pescara nel citato suo provvedimento del 14.7.2007. In esito a quanto sopra, la Procura di Chieti, con atto in data 23.6.2008, richiedeva al GIP del locale Tribunale l’autorizzazione prevista dall’art. 414 CPP per la riapertura delle indagini.


Tale richiesta veniva però rigettata dal GIP nel rilievo, ritenuto assorbente, che la circostanza della “scomparsa”, dal fascicolo processuale archivia
to
, della prima pagina della denuncia-querela presentata dall’esponente con l’atto del 3.3.2005, non aveva in realtà influito sulla decisione di archiviazione mentre, per il resto, era sufficiente rilevare che le richieste del Leone di iscrizioni al suo Sindacato CGIL erano prive di rilevanza penale in quanto da qualificare come atti di mera propaganda. Senonché ora tre dei testimoni, a suo tempo già indicati a sostegno della denuncia di estorsione presentata dallo esponente, ma mai assunti in istruttoria, hanno rimesso l’allegata circostanziata missiva di protesta, da cui può derivarsi che la condotta dei denunciati non si risolse per nulla in mere richieste di propaganda, ma si concretizzò, nella realtà dei fatti, in atti gravemente minacciosi e calunniatori diretti ad imporre, contro l’altrui libera volontà, indebiti tesseramenti al Sindacato CGIL e dannose assunzioni di figli di due dirigenti del medesimo Sindacato. Pertanto l’esponente deve ora chiedere nuovamente di riaprire le indagini assumendosi in istruttoria come testi, finalmente, tutte le persone presenti ai fatti e, quindi, a diretta conoscenza dei medesimi e cioè, oltre a quelli sottoscrittori dell’allegata missiva del 15.10.2008, 3 testimoni (omissione nomi per privacy), anche quelli già in precedenza indicati e pur essi sostanzialmente “rifiutati” come testi ai dovuti fini di Giustizia: 6 testimoni (omissione nomi per privacy).


In proposito l’esponente, ben consapevole di perseguire fini non di vendetta per quanto subito, ma di vera Giustizia, deve ora anche precisare che, in ogni caso, ove si dovesse ritenere,senza alcuna istruttoria o indagini di sorta, che i denunciati non hanno commesso i fatti loro invece adde-bitati, egli stesso deve necessariamente essere sottoposto a procedimento penale per il reato di calunnia.
Chieti
Quattrocchi Dominique
ll SIG. Franco Leone è in lista con l’Italia dei Valori per le elezioni Regionali del 2008.



DateVESSAZIONI SUBITE
    03/03/2005Quattrocchi Dominique Denuncia Alla Procura Di Pescara Il Sig. Leone Franco
1 28/04/2005Regione Carabinieri Abruzzo Stazione Di Rosciano Ritiro Di Due Minori
2 17/05/2005Ispezione Nas Di Pescara
3 26/05/2005Ispezione Nas Di Pescara
4 16/06/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
5 16/06/2005Decreto Di Perquisizione Del P.M. Dott. G. Falasca, Il Comandante Vincenzo Dambra
6 18/06/2005Regione Carabinieri Abruzzo Stazione Di Rosciano Ritiro Di Quattro Minori
7 23/06/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
8 24/06/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
9 28/06/2005Decreto Di Sequestro Il Pubblico Ministero Dott. G. Falasca
10 29/06/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
11 01/07/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
12 12/07/2005Regione Carabinieri Abruzzo Staz. Di Rosciano Ritiro Di Dieci Minori Trib. Per I Minorenni Dell’aquila
13 15/07/2005Regione Carabinieri Abruzzo Staz. Di Rosciano Ritiro Di Dieci Minori Decreto Trib. Per I Minorenni Dell’aquila
14 18/07/2005Decreto Di Convalida Di Sequestro Il Pubblico Ministero Dott.Giuseppe Falasca Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
15 19/07/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
16 26/07/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
17 04/08/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
18 05/08/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
19 09/08/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
20 19/08/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
21 14/09/2005Ispezione Nas Di Pescara
22 16/09/2005Ispezione Nas Di Pescara
23 19/09/2005Ispezione Nas Di Pescara
24 20/09/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
25 03/1D/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
26 13/10/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
27 30/11/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
28 30/12/2005Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
29 03/03/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
30 06/03/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
31 07/03/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
32 17/03/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
33 20/03/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
34 23/03/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
35 29/03/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
36 03/04/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
37 12/04/2006Ispezione Richiesta Da Mmll E Polit. Soc. Alla Guardia Di Finanza Nucleo Chieti
38 20/04/2006Ispezione Richiesta Da Mmll E Polit. Soc. Alla Guardia Di Finanza Nucleo Chieti
39 19/05/2006Ispezione Richiesta Da Mmll E Polit. Soc. Alla Guardia Di Finanza Nucleo Chieti
40 22/05/2006Ispezione Richiesta Da Mmll E Polit. Soc. Alla Guardia Di Finanza Nucleo Chieti
41 24/05/2006Ispezione Richiesta Da Mmll E Polit. Soc. Alla Guardia Di Finanza Nucleo Chieti
42 19/09/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
43 26/09/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
44 15/11/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
45 21/11/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
46 14/12/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
47 14/12/2006Ispezione Min. Del Lavoro E Delle Politiche Sociali Dir. Prov. Alla Coop. Cearpes
48 15/12/2006Ispezione Nas Di Pescara
     09/01/2007Richiesta Di Insolvenza Da Parte Dell’ex Presidente Cearpes Quattrocchi Dominique